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Il segmento testuale La C G è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 12

Brano: [...]formalmente dallo scontro, ma di fatto sconfitta, dato che i lavoratori avevano occupato le fabbriche con la palese intenzione di conquistare ben altro che un favorevole contratto salariale. La stessa iniziativa di lotta per il controllo aziendale ne venne svuotata, in quanto l’accordo si concludeva con la promessa di un progetto di legge sul controllo operaio. Le titubanze e la mancanza di un’effettiva e coerente strategia sindacale da parte della C.G.L. (a direzione riformista) avevano contribuito ad annullare lo sforzo delle masse lavoratrici e a vanificare gli obiettivi più avanzati delle loro azioni.

Da quel momento il fascismo, profittando della delusione provocata dalla sconfitta del movimento che aveva portato all’occupazione delle fabbriche, avanzò rapidamente. La controffensiva degli industriali e degli agrari, che nel 191920 eran

venuti creandosi le proprie organizzazioni di lotta (Confindustria, Confida), era pronta a entrare in azione.

La crisi economica del 1921

Già nel primo trimestre del 1921 cominciò a registrar[...]

[...]imporre orari di lavoro più prolungati. Per spezzare le legittime resistenze dei lavoratori, cominciarono così a scendere in campo le squadracce fasciste, sotto la protezione delle autorità e degli organi di pubblica sicurezza. Le conquiste sindacali realizzate dai lavoratori furono rinnegate dal padronato e, soprattutto nelle zone agrarie, la brutalità fascista spalleggiò i proprietari che si rifiutavano di riconoscere gli accordi sottoscritti. La C.G.L. propose infine di sospendere le agitazioni e di esaminare in una Commissione paritetica le condizioni dell'industria; e se da un lato essa ottenne risultati pratici molto modesti, dall’altra rivelò in tal modo agli industriali la propria debolezza.

Agitazioni sotto il fascismo

Saliti al potere, nell’intento di ricattare il padronato (procurandosi al tempo stesso una copertura presso le masse) tra il 1924 e il 1925 i fascisti stessi si fecero promotori di agitazioni che toccarono alcune punte nell’Italia centrosetterìtrionale (scioperi dei minatori del Valdarno e sciopero generale a C[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 649

Brano: [...]socialista; fino al luglio 1944 si chiamò Confederazione generale del lavoro [C.G.L.).

Le origini

Sorta nel 1906, quando il movimento operaio italiano organizzato contava ormai decenni di vita (« leghe di mestiere » o « di resistenza » e numerose Camere del lavoro già si erano riunite in un loro congresso nazionale nel 1902, a Milano, e avevano dato vita a una « Segreteria centrale della resistenza » che si può considerare anticipatrice della C.G.L.), ebbe il suo congresso costitutivo a Milano (29.91.10.1906) per iniziativa della Federazione italiana operai metallurgici (FI.O.M.) che l’aveva proposto fin dal febbraio di quell’anno.

La C.G.L. ebbe sede inizialmente a Torino. Nel 1911 fu trasferita a Milano, dove sarebbe rimasta fino al

1927, anno del suo «autoscioglimento ». A dirigerla come segretario generale fu eletto il socialista riformista Rinaldo Rigola (v.), che avrebbe mantenuto ininterrottamente la carica fino all’1.10.1918, quando si dimise per critiche mossegli dal suo partito (avendo egli aderito, in contrasto con la linea ufficiale del P.S.I., a commissioni governative di studio sui problemi del dopoguerra).

A comporre la direzione risultarono in maggioranza i riformisti, e ciò nonostante il prevalente estre[...]

[...]tenuto ininterrottamente la carica fino all’1.10.1918, quando si dimise per critiche mossegli dal suo partito (avendo egli aderito, in contrasto con la linea ufficiale del P.S.I., a commissioni governative di studio sui problemi del dopoguerra).

A comporre la direzione risultarono in maggioranza i riformisti, e ciò nonostante il prevalente estremismo della base. Tale contraddizione provocò fin dall’inizio un insanabile contrasto aH’interno della C.G.L., minandone la capacità di lotta: già nel congresso costitutivo, sindacalisti rivoluzionari, anarchici e repubblicani respinsero il principio che le deliberazioni della direzione confederale fossero impegnative per le organizzazioni aderenti e

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 651

Brano: Confederazione generale italiana del lavoro

Gruppo di delegati al V Congresso della C.G.L. (Livorno, 1921)

cali, si accentuò la lotta interna nella C.G.L.: mentre la corrente di sinistra (capeggiata dai comunisti, che a Livorno avevano ottenuto quasi

500.000 voti) spingeva la C.G.L. a un’azione energica, unitaria e di massa contro il fascismo, i dirigenti confederati riformisti, nel timore di perdere il controllo del movimento, preferivano dare il proprio benestare al « Patto di pacificazione » (v.) tra socialisti e fascisti (21 agosto 1921). D’altra parte i capi confederali non intendevano compromettersi con una decisa azione di lotta delle masse anche perché speravano (d’accordo con la frazione riformista del Partito socialista) in una collaborazione con il governo durante i ministeri Bonomi e Facta. Dopo che i capi confederali ebbero respinto la richiesta di adesio[...]

[...]ferivano dare il proprio benestare al « Patto di pacificazione » (v.) tra socialisti e fascisti (21 agosto 1921). D’altra parte i capi confederali non intendevano compromettersi con una decisa azione di lotta delle masse anche perché speravano (d’accordo con la frazione riformista del Partito socialista) in una collaborazione con il governo durante i ministeri Bonomi e Facta. Dopo che i capi confederali ebbero respinto la richiesta di adesione alla C.G.L. del sindacato ferrovieri sostenuta dai comunisti, per iniziativa dei ferrovieri stessi si giunse alla costituzione dell’Alleanza del Lavoro (v.) fra tutte le organizzazioni sindacali.

Capitolazione e scioglimento

Il 9.11.1922, pochi giorni dopo la marcia su Roma e l’avvento del fascismo al potere, il Consiglio direttivo della C.G.L. respinse una proposta del comitato sindacale comunista di proclamare lo sciopero generale, dando invece mandato a! Comitato esecutivo « di premere sul governo per conoscere entro quali limiti sarà garantita la libertà di movimento alle organizzazioni confederate », e al deputato D’Aragona di presentare — sullo stesso tema — un’interrogazione in Parlamento. Come prima avevano sperato in Bonomi e in Facta, i dirigenti riformisti continuavano a sperare nella benevolenza di Mussolini, piuttosto che nel movimento e nella lotta delle masse lavoratrici.

Alla vigilia delle elezioni politiche de[...]

[...]di presentare — sullo stesso tema — un’interrogazione in Parlamento. Come prima avevano sperato in Bonomi e in Facta, i dirigenti riformisti continuavano a sperare nella benevolenza di Mussolini, piuttosto che nel movimento e nella lotta delle masse lavoratrici.

Alla vigilia delle elezioni politiche del 1924, convocate secondo la leggetruffa Acerbo, il direttivo confederale riaffermò la propria « neutralità », dichiarando che « gli iscritti alla C.G.L. potranno votare secondo la loro propria coscienza ». Dopo l’assassinio di Matteotti (v.) approvò i telegrammi inviati alla direzione del Partito socialista e alla vedova, deliberò di « appoggiare la campagna condotta da tutte le correnti dell’opinione pubblica per catturare e colpire i responsabili e i mandanti », ma nello stesso tempo decise « di invitare alla calma le organizzazioni confederate, i dirigenti, la massa lavoratrice, per non compromettere con iniziative particolari inconsulte lo sviluppo degli avvenimenti ». La fase di grave declino della forza e dell’iniziativa della C.G.L.[...]

[...]Partito socialista e alla vedova, deliberò di « appoggiare la campagna condotta da tutte le correnti dell’opinione pubblica per catturare e colpire i responsabili e i mandanti », ma nello stesso tempo decise « di invitare alla calma le organizzazioni confederate, i dirigenti, la massa lavoratrice, per non compromettere con iniziative particolari inconsulte lo sviluppo degli avvenimenti ». La fase di grave declino della forza e dell’iniziativa della C.G.L. seguita al congresso di Livorno del 1921 era caratterizzata da una vivace lotta interna: ma quanto più l’opposizione comunista e massimalista combatteva l’acquiescenza al fascismo da parte della direzione confederale, tanto più quest’ultima ricorreva a provvedimenti burocratici per mantenersi al potere. La crisi fascista seguita al delitto Matteotti fu così lasciata passare senza che ne venisse tratto alcun profitto.

La più grande organizzazione sindacale italiana giunse al suo VI Congresso (Milano, 1013.12.1924), ultimo prima delle leggi eccezionali fasciste del 1926 che aboliranno ogn[...]

[...]estione era di competenza della Lega nazionale delle cooperative e colse l’occasione per esprimere ad Azimonti la sua personale solidarietà.

Comunisti e massimalisti denunciarono diverse irregolarità nella convocazione del congresso: le federazioni non avevano consultato gli iscritti e in qualche caso era mancata perfino la convocazione dei consigli nazionali delle categorie; erano stati esclusi dal congresso tutti coloro che erano entrati nella C.G.L. dopo il delitto Matteotti (spinti alla lotta antifascista appunto da quel l'avvenimento) e. la maggior parte dei delegati erano funzionari, molti in rappresentanza di organismi ormai inesistenti o comunque inefficienti. Le denunce si concludevano con la richiesta di convocare un nuovo congresso, a breve distanza di tempo e seguendo più corretta procedura, ma vennero sbrigativamente respinte da una maggioranza del tutto addomesticata ai capi riformisti.

D’Aragona sostenne nella sua relazione che dopo le scissioni socialiste del 1921 e del 1922 la C.G.L. non avrebbe più potuto intrattener[...]

[...] parte dei delegati erano funzionari, molti in rappresentanza di organismi ormai inesistenti o comunque inefficienti. Le denunce si concludevano con la richiesta di convocare un nuovo congresso, a breve distanza di tempo e seguendo più corretta procedura, ma vennero sbrigativamente respinte da una maggioranza del tutto addomesticata ai capi riformisti.

D’Aragona sostenne nella sua relazione che dopo le scissioni socialiste del 1921 e del 1922 la C.G.L. non avrebbe più potuto intrattenere rapporti di alleanza con nessun partito e prospettò tre alternative. La C.G.L. — egli disse — avrebbe potuto farsi rappresentare direttamente in Parlamento attraverso propri candidati, oppure elaborare un programma indipendentemente dall’esistenza di forze politiche disposte a farlo proprio, oppure crearsi gruppi di fiancheggiatori, come faceva la Lega delle cooperative. Lasciando intendere che propendeva per la prima soluzione, il capo riformista chiese al congresso di demandare al nuovo consiglio ogni scelta in questione. Egli riferì anche sugli incontri avuti con Mussolini per una cosiddetta «collaborazione tecnica» col governo e sulla proposta fattagli, ma lascia[...]

[...] di forze politiche disposte a farlo proprio, oppure crearsi gruppi di fiancheggiatori, come faceva la Lega delle cooperative. Lasciando intendere che propendeva per la prima soluzione, il capo riformista chiese al congresso di demandare al nuovo consiglio ogni scelta in questione. Egli riferì anche sugli incontri avuti con Mussolini per una cosiddetta «collaborazione tecnica» col governo e sulla proposta fattagli, ma lasciata cadere, di fondere la C.G.L. con le Corporazioni.

Se già prima del congresso i dirigenti confederali ricorrevano all’invio di commissari per sostituire dirigenti periferici eletti, quando questi non si mostravano abbastanza ligi all’indirizzo collaborazionista del centro, com’era avvenuto a Torino, il congresso accentuò ulteriormente il carattere autoritario dello statuto. In materia di rapporti internazionali, fu definitivamente sepolta la decisione, presa a Livorno, di aderire all'Internazionale dei Sindacati Rossi e fu confermata l’adesione ad Amsterdam (v.).

Nonostante tutto, importanti lotte

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 233

Brano: [...]ciare i cantieri. I! delitto Matteotti del 10.6.1924 provocò una forte protesta operaia. Dal 10 al 20 giugno scioperarono edili, fornaciai, falegnami, metallurgici, lavoratori del mattatoio. Si dibattè se estendere la protesta a livello nazionale e i comunisti, distanziandosi dai socialisti e dalla Confederazione generale del lavoro ormai incapaci di reagire, proclamarono un primo, consistente sciopero generale il 23 giugno, rinnovato poi il 27. La C.G.L. decise, dal canto suo, una sosta simbolica di 10 minuti nel trigesimo dell’assassinio del deputato socialista.

Alla protesta romana aderirono anche gli studenti cattolici e si tentò di ricostituire la cattolica Unione del lavoro, sciolta dai suoi stessi dirigenti il 7.11.1923. L’opposizione parlamentare si consumava intanto nel rifiuto morale dell’Aventino (v.), in attesa delle decisioni di un establishment che da un pezzo aveva optato per il fascismo. Invano comunisti, repubblicani e settori liberaldemocratici chiesero il ricorso, rifiutato a più riprese, a una mobilitazione popolare. [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 534

Brano: Sindacato

Stato si compì con le Leggi eccezionali fasciste (v.) del novembre

1926 che comportavano l'immediato e obbligatorio scioglimento di tutti i partiti e sodalizi non fascisti (quindi anche dei sindacati), la soppressione della stampa di opposizione, l’istituzione del Tribunale speciale, e l’inasprimento di tutte le misure di polizia. La C.G.L. non aspettò di essere sciolta d’autorità e fu il suo stesso Consiglio direttivo (ancora dominato dall’ex segretario D’Aragona) che il 4.1.1927 decise lo scioglimento dell’organizzazione e di mettersi a disposizione del governo fascista. Mussolini, per rendere ancora più evidente la fine della C.G.L., concesse agli ex dirigenti riformisti della C.G.L., capeggiati da Rinaldo Rigola (v.), di costituire un 'Associazione nazionale studio (v.) che, con programma chiaramente collaborazionista, pubblicherà fino al giugno 1940 il periodico I problemi del lavoro (v.).

La C.G.L. all’estero e quella clandestina

Bruno Buozzi, che nei giorni dello scioglimento si trovava all’estero, non accettò la vergognosa capitolazione e, prima della fine del gennaio 1927, quando ormai quasi tutto l’Esecutivo della C.G.L. era emigrato a Parigi, decise di continuare all’estero l’attività della Confederazione, costituendo nella capitale francese un Segretariato.

Ma intanto in Italia la C.G.L. risorgeva dalle proprie ceneri: il 20.1.

1927, in una piccola fabbrica di Milano [Yllva], alcuni organizzatori sindacali e operai, in prevalenza comunisti, ma anche di altri partiti, si riunirono per ricostituire clandestinamente la Confederazione sindacale. Pochi giorni dopo questa riunione, il nuovo segretario Paolo Ravazzoli (v.) inviò ad Amsterdam, alla Federazione sindacale internazionale o F.S.I., dominata dai socialdemocratici (v. Amsterdam, Internazionale di), un ricorso affinché l’autoscioglimento della C.G.L. venisse ufficialmente annullato e la C.G.L. clandestinamente ricosti[...]

[...]brica di Milano [Yllva], alcuni organizzatori sindacali e operai, in prevalenza comunisti, ma anche di altri partiti, si riunirono per ricostituire clandestinamente la Confederazione sindacale. Pochi giorni dopo questa riunione, il nuovo segretario Paolo Ravazzoli (v.) inviò ad Amsterdam, alla Federazione sindacale internazionale o F.S.I., dominata dai socialdemocratici (v. Amsterdam, Internazionale di), un ricorso affinché l’autoscioglimento della C.G.L. venisse ufficialmente annullato e la C.G.L. clandestinamente ricostituitasi in Italia venisse riconosciuta al posto del segretariato sorto a Parigi. Da parte sua, Buozzi si dichiarò disposto a riconoscere l’organizzazione clandestina sorta in Italia, a condizione però che la guida del movimento restasse nelle sue mani, ma i sindacalisti rimasti clandestinamente attivi in Italia respinsero tale proposta, proclamando che la Direzione doveva essere quella ricostituitasi aH’interno del

Paese e in Italia operante.

Il 1927 fu un anno di gravi difficoltà economiche: la disoccupazione aumentò e i salari subirono pesanti decurtazioni. [...]

[...] farsi sentire: nel giugno, guidato dai sindacalisti comunisti, ebbe inizio un grande scioperò di mondine (v.) nel Novarese contro una riduzione di salario del 14%. L’agitazione si concluse con un successo, la decurtazione salariale fu minore di quella inizialmente ventilata e i fascisti non osarono portare le scioperanti davanti al Tribunale speciale per non amplificare la risonanza del fatto. Malgrado questa e altre tangibili prove di vitalità la C.G.L. clandestina, essendo diretta dai comunisti, non venne riconosciuta dalla Federazione sindacale internazionale di Amsterdam, tanto che in agosto i delegati della C.G.L. giunti dall’Italia non furono neppure ammessi a intervenire ufficialmente al congresso della F.S.I. in corso a Parigi, ma dovettero accontentarsi del ruolo di spettatori senza diritto di parola. La F.S.I. riconobbe invece (e finanziò) il Segretariato parigino di Buozzi che in realtà rappresentava solo se stesso. Tuttavia, per non alienarsi la fiducia dei lavoratori socialisti, i comunisti non ruppero il difficile dialogo con l’Internazionale sindacale socialdemocratica e, per qualche tempo, non aderirono all’Internazionale dei sindacati rossi (il Profintern, diretto da Mosca) quantunque qu[...]

[...]i comunisti non ruppero il difficile dialogo con l’Internazionale sindacale socialdemocratica e, per qualche tempo, non aderirono all’Internazionale dei sindacati rossi (il Profintern, diretto da Mosca) quantunque questa avesse loro inviato aiuti finanziari.

Nell’autunno 1927 l'Italia fu investita da una nuova ondata di riduzioni salariali, contrastata da scarse agitazioni e da pochi scioperi di protesta. L'intero 1928 fu contraddistinto, per la C.G.L. clandestina (come per il P.C. d’I.) da un susseguirsi di arresti e di condanne davanti al Tribunale speciale, che rallentarono ancor più l’attività sindacale e politica di opposizione. Il rischio di una completa paralisi spinse allora i comunisti a studiare le possibilità di operare daH'interno dei sindacati fascisti, un obiettivo di difficile attuazione, sia per l’occhiuta vigilanza del regime sia per la comprensibile riluttanza dei militanti a entrare nelle organizzazioni nemiche. D’altra parte non era

ancora chiaro se bisognava entrare nei sindacati fascisti per distruggerli daH’inte[...]

[...]i una errata valutazione politica (che faceva credere imminente la caduta del fascismo) a forzare il processo storico intensificando l’attività clandestina in Italia anche a costo di sacrificare i militanti rimasti ancora attivi, e per di più a considerare « socialfascisti » (v.) tutti i dirigenti socialisti e socialdemocratici. Sulla base di questa nuova linea politica, alla sua seconda conferenza nazionale tenuta a Marsiglia nell’ottobre 1929, la C.G.L. clandestina decise di rompere definitivamente con l’Internazionale di Amsterdam e di aderire al Profintern. Cambiati i collegamenti internazionali e mutati gli obiettivi (si cominciò a puntare sulla creazione di comitati di lotta per proclamare lo sciopero generale), nella C.G.L. cambiarono anche alcuni dirigenti: nel maggio

1930 lo stesso segretario Ravazzoli, che si era pronunciato contro la “svolta”, venne esautorato e sostituito da Giuseppe Di Vittorio (v.). Anche se le illusioni insurrezionali non durarono a lungo, nel giugno

1931 la C.G.L. clandestina ottenne uno dei più brillanti risultati del suo lavoro illegale: decine di migliaia di mondine scioperarono per due giorni nel Novarese e nel Vercellese, dando vita a quella che forse fu la più grande agitazione sindacale di massa del periodo fascista. Proclamato come nel 1927 dopo un brutale tentativo padronale di ridurre il salario, lo sciopero ebbe questa volta uno svolgimento completamente diverso perché i funzionari sindacali fascisti si videro costretti a schierarsi con le mondine. La vertenza finì davanti alla Magistratura del lavoro e questa dovette attenuare notevolmen[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 18

Brano: [...]ta in atto nei confronti dei militanti politici e sindacali. La prova venne felicemente superata: se la città di Taranto era passata dai 194.673 abitanti del 1960 ai 223.392 del 1970 e ai 243.750 nel 1976, alle elezioni politiche il P.C.I., che nel 1963 aveva ottenuto a Taranto 28.825 (26,9%) voti, nel 1968 ne otteneva 40.625 (34,8%) e nel 1976 saliva a 63.063 (42,9%). Gli iscritti al partito, che nel 1963 erano 3.532, salivano a 6.032 nel 1976. La C.G.I.L. passava dai 22.922 iscritti del 1963 ai 45.950 del 1976 (città e provincia).

Con gli ampliamenti degli impianti produttivi si riacutizzarono tuttavia una serie di problemi economici e sociali riguardanti il porto, la rete viaria e ancora la casa, il costo della vita ecc.. Alla fine dei lavori di costruzione degli impianti si ripropose il problema della disoccupazione di ritorno, che questa volta fu affrontata su una piattaforma rivendicativa, articolata e di largo respiro, con la quale si aprì nei confronti del governo e deW’Italsider la “ver


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine La C G, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---La C <---C.G.L. <---fascismo <---fascisti <---comunisti <---fascista <---comunista <---fasciste <---riformista <---riformisti <---socialista <---socialisti <---antifascista <---collaborazionista <---italiana <---italiani <---sindacalisti <---C.G.I.L. <---Carta del lavoro <---Celestino Ronconi <---Comando Piazza Modena <---Difesa Randolfo Pac <---Diritto <---Edmondo Malagoli <---F.S.I. <---FIOM <---Federazione Italiana Caperai Metallurgici <---G.A.P. <---G.U.F. <---Giuseppe Di Vittorio <---Guido De Ruggiero <---Il popolo <---Illustrazione Italiana <---La F <---La F S <---Lauro De Bosis <---Lucetti I <---Mario Brandani Mammucari <---Michele Schirru <---Modena Pianura <---P.C. <---P.C.I. <---P.S.I. <---Partito comunista <---Patto Atlantico <---Pietro Grifone <---Pilo Al <---Ponte Pioppa <---Primo Maggio <---Quirino Visconti <---San Giorgio <---San Giovanni del Dosso <---Santa Caterina <---Spartaco Stagnetti <---antifascismo <---antifascisti <---artigiani <---brigatisti <---cattolicesimo <---elettricisti <---estremismo <---gappisti <---italiano <---liberalismo <---massimalista <---massimalisti <---nell'Italia <---sindacalismo <---socialfascisti <---socialiste <---squadrista <---trigesimo <---trionfalisti



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