Brano: Sindacato
Stato si compì con le Leggi eccezionali fasciste (v.) del novembre
1926 che comportavano l'immediato e obbligatorio scioglimento di tutti i partiti e sodalizi non fascisti (quindi anche dei sindacati), la soppressione della stampa di opposizione, l’istituzione del Tribunale speciale, e l’inasprimento di tutte le misure di polizia. La C.G.L. non aspettò di essere sciolta d’autorità e fu il suo stesso Consiglio direttivo (ancora dominato dall’ex segretario D’Aragona) che il 4.1.1927 decise lo scioglimento dell’organizzazione e di mettersi a disposizione del governo fascista. Mussolini, per rendere ancora più evidente la fine della C.G.L., concesse agli ex dirigenti riformisti della C.G.L., capeggiati da Rinaldo Rigola (v.), di costituire un 'Associazione nazionale studio (v.) che, con programma chiaramente collaborazionista, pubblicherà fino al giugno 1940 il periodico I problemi del lavoro (v.).
La C.G.L. all’estero e quella clandestina
Bruno Buozzi, che nei giorni dello scioglimento si trovava all’estero, non accettò la vergognosa capitolazione e, prima della fine del gennaio 1927, quando ormai quasi tutto l’Esecutivo della C.G.L. era emigrato a Parigi, decise di continuare all’estero l’attività della Confederazione, costituendo nella capitale francese un Segretariato.
Ma intanto in Italia la C.G.L. risorgeva dalle proprie ceneri: il 20.1.
1927, in una piccola fabbrica di Milano [Yllva], alcuni organizzatori sindacali e operai, in prevalenza comunisti, ma anche di altri partiti, si riunirono per ricostituire clandestinamente la Confederazione sindacale. Pochi giorni dopo questa riunione, il nuovo segretario Paolo Ravazzoli (v.) inviò ad Amsterdam, alla Federazione sindacale internazionale o F.S.I., dominata dai socialdemocratici (v. Amsterdam, Internazionale di), un ricorso affinché l’autoscioglimento della C.G.L. venisse ufficialmente annullato e la C.G.L. clandestinamente ricosti[...]
[...]brica di Milano [Yllva], alcuni organizzatori sindacali e operai, in prevalenza comunisti, ma anche di altri partiti, si riunirono per ricostituire clandestinamente la Confederazione sindacale. Pochi giorni dopo questa riunione, il nuovo segretario Paolo Ravazzoli (v.) inviò ad Amsterdam, alla Federazione sindacale internazionale o F.S.I., dominata dai socialdemocratici (v. Amsterdam, Internazionale di), un ricorso affinché l’autoscioglimento della C.G.L. venisse ufficialmente annullato e la C.G.L. clandestinamente ricostituitasi in Italia venisse riconosciuta al posto del segretariato sorto a Parigi. Da parte sua, Buozzi si dichiarò disposto a riconoscere l’organizzazione clandestina sorta in Italia, a condizione però che la guida del movimento restasse nelle sue mani, ma i sindacalisti rimasti clandestinamente attivi in Italia respinsero tale proposta, proclamando che la Direzione doveva essere quella ricostituitasi aH’interno del
Paese e in Italia operante.
Il 1927 fu un anno di gravi difficoltà economiche: la disoccupazione aumentò e i salari subirono pesanti decurtazioni. [...]
[...] farsi sentire: nel giugno, guidato dai sindacalisti comunisti, ebbe inizio un grande scioperò di mondine (v.) nel Novarese contro una riduzione di salario del 14%. L’agitazione si concluse con un successo, la decurtazione salariale fu minore di quella inizialmente ventilata e i fascisti non osarono portare le scioperanti davanti al Tribunale speciale per non amplificare la risonanza del fatto. Malgrado questa e altre tangibili prove di vitalità la C.G.L. clandestina, essendo diretta dai comunisti, non venne riconosciuta dalla Federazione sindacale internazionale di Amsterdam, tanto che in agosto i delegati della C.G.L. giunti dall’Italia non furono neppure ammessi a intervenire ufficialmente al congresso della F.S.I. in corso a Parigi, ma dovettero accontentarsi del ruolo di spettatori senza diritto di parola. La F.S.I. riconobbe invece (e finanziò) il Segretariato parigino di Buozzi che in realtà rappresentava solo se stesso. Tuttavia, per non alienarsi la fiducia dei lavoratori socialisti, i comunisti non ruppero il difficile dialogo con l’Internazionale sindacale socialdemocratica e, per qualche tempo, non aderirono all’Internazionale dei sindacati rossi (il Profintern, diretto da Mosca) quantunque qu[...]
[...]i comunisti non ruppero il difficile dialogo con l’Internazionale sindacale socialdemocratica e, per qualche tempo, non aderirono all’Internazionale dei sindacati rossi (il Profintern, diretto da Mosca) quantunque questa avesse loro inviato aiuti finanziari.
Nell’autunno 1927 l'Italia fu investita da una nuova ondata di riduzioni salariali, contrastata da scarse agitazioni e da pochi scioperi di protesta. L'intero 1928 fu contraddistinto, per la C.G.L. clandestina (come per il P.C. d’I.) da un susseguirsi di arresti e di condanne davanti al Tribunale speciale, che rallentarono ancor più l’attività sindacale e politica di opposizione. Il rischio di una completa paralisi spinse allora i comunisti a studiare le possibilità di operare daH'interno dei sindacati fascisti, un obiettivo di difficile attuazione, sia per l’occhiuta vigilanza del regime sia per la comprensibile riluttanza dei militanti a entrare nelle organizzazioni nemiche. D’altra parte non era
ancora chiaro se bisognava entrare nei sindacati fascisti per distruggerli daH’inte[...]
[...]i una errata valutazione politica (che faceva credere imminente la caduta del fascismo) a forzare il processo storico intensificando l’attività clandestina in Italia anche a costo di sacrificare i militanti rimasti ancora attivi, e per di più a considerare « socialfascisti » (v.) tutti i dirigenti socialisti e socialdemocratici. Sulla base di questa nuova linea politica, alla sua seconda conferenza nazionale tenuta a Marsiglia nell’ottobre 1929, la C.G.L. clandestina decise di rompere definitivamente con l’Internazionale di Amsterdam e di aderire al Profintern. Cambiati i collegamenti internazionali e mutati gli obiettivi (si cominciò a puntare sulla creazione di comitati di lotta per proclamare lo sciopero generale), nella C.G.L. cambiarono anche alcuni dirigenti: nel maggio
1930 lo stesso segretario Ravazzoli, che si era pronunciato contro la “svolta”, venne esautorato e sostituito da Giuseppe Di Vittorio (v.). Anche se le illusioni insurrezionali non durarono a lungo, nel giugno
1931 la C.G.L. clandestina ottenne uno dei più brillanti risultati del suo lavoro illegale: decine di migliaia di mondine scioperarono per due giorni nel Novarese e nel Vercellese, dando vita a quella che forse fu la più grande agitazione sindacale di massa del periodo fascista. Proclamato come nel 1927 dopo un brutale tentativo padronale di ridurre il salario, lo sciopero ebbe questa volta uno svolgimento completamente diverso perché i funzionari sindacali fascisti si videro costretti a schierarsi con le mondine. La vertenza finì davanti alla Magistratura del lavoro e questa dovette attenuare notevolmen[...]